Eolico in Puglia, primi in italia per produzione

Il territorio della Puglia è particolarmente adatto per lo sviluppo delle ricerche e dell’installazione di strutture volte allo sfruttamento delle energie rinnovabili. Energia pulita ottenuta attraverso lo sfruttamento della luce solare, fotovoltaica, oppure dal vento, attraverso delle grandi pale strategicamente piazzate su alture ventose che girando accumulano e producono energia grazie ad una dinamo.

In Puglia la fonte di energia ottenuta dall’eolica è sfruttata industrialmente da più di dieci anni, una realtà consolidata e tutt’altro che marginale nel panorama di sviluppo energetico.

E negli ultimi tempi la produzione è destinata ad aumentare, e, dall’area dove si era maggiormente sviluppato, il subappennino Dauno, si sta allargando a tutto il territorio, facendo della regione Puglia una delle prime in Italia per produzione.

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Il territorio pugliese è all’avanguardia nella produzione di energie alternative

Ciò accade per una serie di ragioni concomitanti, da un lato gli incentivi statali, le migliorate tecnologie e dal territorio su cui soffiano venti particolarmente favorevoli.
Moderni aerogeneratori di grosse dimensioni permettono poi di sfruttare nuove aree in cui una volta erano impraticabili, permettendo di contribuire per una quota interessante al fabbisogno energetico della Puglia.

Non solo diminuirebbero i costi economici, ma si avrebbero degli enormi benefici soprattutto a livello ambientale ed ecologico, per via dell’azzeramento pressochè totale dalla produzione ed emissione nell’aria di anidride carbonica e polveri sottili, una delle conseguenze più gravi e nocive dell’uso dei combustibili derivati dalla lavorazione del petrolio.

Certamente ci sono delle regole da rispettare nella diffusione delle pale eoliche, che riguardano soprattutto i siti dove esse possono essere installate regole che riguardano la conservazione e protezione di territori particolarmente preziosi dal punto di vista paesaggistico e naturalistico.

Per esempio i parchi nazionali e regionali, le oasi protette, i siti di interesse comunitario, le zone umide tutelate, le grotte, le doline, le aree edificabili all’interno delle città e le zone sottoposte a vincoli archeologici o architettonici.

Meno sottoposti a vincoli sono invece i terreni coltivati.

In alcuni casi le pale saranno posizionate “off shore”, cioè nel mare, ma ciò solamente in due località pugliesi che hanno le caratteristiche volute, al largo di Manfredonia, ed a Tricase.

Sulla questione in Puglia è attuale un forte dibattito che vede contrapposti ecologisti ed amministrazioni, soprattutto sulla collocazione delle pale e sul loro crescente numero.